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Visualizzazione dei post da ottobre, 2010

Scrivo di "Le Servente"

Spettacolo in concorso, credo sia diventato certamente argomento interessante per la giuria giovani del FIT! Le due ragazze protagoniste si sono poste con molta complicità e notevole bravura. In scena c’erano montagne, ruscelli e burroni e due ragazze molto diverse, con però alcuni degli stessi desideri: la voglia di sentirsi libere e di amare. Libere dalla guerra e di amare chi è in guerra.  Sfondo di questa vicenda sono le valli piemontesi. Il dialetto parlato dalle protagoniste è quello piemontese. La realtà descritta è quella della Grande Guerra che sconvolse il piccolo Piemonte assieme a tutto il mondo. Due ragazze piemontesi raccontano la drammaticità di quel periodo e la loro storia personale. Imparano a raccontarla danzando, all’alba, scappando da una realtà che non offre loro possibilità e che non permette loro di valere qualcosa in un mondo così sconvolto. Così fra confronti addolescenziali, pensieri contrapposti e paure si crea una forte intesa fra le protagoniste che fara

Il mio pensiero....

Trovo che il Festival Internazionale del Teatro sia un occasione. Il classico treno che passa e che bisogna assolutamente prendere! È paragonabile ad un viaggio sul serio. Quest’anno ci ha portati in Spagna, Francia, Germania, Italia, Kosovo, Perù e pure Giappone !  Offre molte possibilità ed è un evento che arricchisce molto. Sia gli spettacoli che il team danno emozioni: divertono e sorprendono, continuamente.  Va preso seriamente, perché di un Festival serio si tratta visto che è pieno di professionisti e con molta gente che ha voglia di lavorare, collaborare e condividere. Si tratta di un’esperienza non ancora finita ma che, per il momento, mi è piaciuta molto e che consiglierei certamente ad altri ragazzi. Trovo ci sia un’atmosfera particolare che circonda questo Festival.  Armoniosa, fantasiosa, curiosa e famigliare. Per me il teatro è un come un piccolo incantesimo .  Mi soprende sempre, mi avvolge con la sua fantasia e con la sua arte. È un luogo dove poter sorridere, ridere

Per chi non lo sapesse....

Oggi è il compleanno di LINDA la giurista! fatele gli auguri!!!!!

Un capolavoro a coriandoli!

Nel mito di Omero, Penelope è la donna di Ulisse, in perenne attesa del ritorno del marito dalla vittoriosa spedizione di Troia. Ulisse, come sappiamo da interi pomeriggi liceali passati sulla Divina Commedia, non farà mai ritorno a Sparta, e la povera Penelope continuerà ad aspettare invano. La rivisitazione di Pepa Plana ci mostra come quest’attesa poteva diventare molto produttiva e divertente, se solo la povera Penelope avesse avuto le fattezze di un clown. Un clown donna, travolgente e irresistibile, vera e propria padrona del palcoscenico e in grado di non schiodare lo spettatore neanche un secondo da tutto ciò che avviene in scena, con l’ausilio di una simpaticissima “inserviente”, l’anziana Pepita, di una macchina da cucire e di un filo rosso che si snoderà sugli stenditoi presenti sullo sfondo per raccontare al pubblico una versione essenziale (ed esilarante, ci mancherebbe altro) della guerra di Troia. Penelope coinvolge tutti, persino direttamente, come nello spassoso caso d

Sfilacciature d'artista, le maschere protagoniste!

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L’affascinante mondo delle maschere di “Boris Bronski” si cela la mano e la classe del bravissimo Meik, alias Michael Aufenfehn, artista tedesco che porta in scena un vero e proprio one-man show dove “crea”, letteralmente, con l’ausilio delle sue splendide maschere e di pochi ed essenziali oggetti di scena, una scenetta dopo l’altra, dando allo spettatore l’impressione di assistere a un vero e proprio flusso artistico di comicità. Nonostante lo spettacolo rimanga godibile per tutta la sua durata, vi sono degli alti e bassi che non sempre consentono allo spettatore di rimanere conquistato come nel caso dell’esilarante casalinga di mezz’età alle prese con i suoi … ormoni, l’aspirapolvere e il ferro da stiro. Nonostante ciò, è praticamente impossibile non simpatizzare con i personaggi messi in scena da Meik: si passa dall’imbranato direttore d’orchestra al ladro pasticcione, dall’ubriaco alla stazione al ritardatario con una florida immaginazione. Le maschere, in ogni caso, sono il vero

Le maschere di Habbe & Meik, esilaranti ma senza rapire...

Boris Bronski/ La Comédie des Masques è lo spettacolo di apertura del 19° Festival Internazionale del Teatro di Lugano, in una serata che, forse complice l’arrivo anticipato della brutta stagione, forse per l’accavallarsi di una troppo variegata offerta di eventi, non è così frequentata come ci si attendeva. Habbe & Meik (alias Hartmut Ehrenfeld e Michael Aufenfehn) sono i creatori di Boris Bronski, personaggio di finzione, la cui particolare comicità si forma non solo grazie al ben calcolato miscuglio di slapstick , clownerie e mimo, ma anche e soprattutto attraverso le maschere, dal carattere grottesco e straniante: una metà del viso è sorridente, l’altra triste e corrucciata. Le situazioni proposte sono prelevate dalla vita quotidiana, ma ingrandite fino a raggiungere una dimensione surreale.   Nonostante l’innegabile bravura, la precisione nei movimenti, la cura dei dettagli (ad esempio nella drammaturgia fisica e visuale dei cambi di scena), il ritmo risulta fiacco e solo l’u

Una Penèlope irresistibile!

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Sono andata a vedere lo spettacolo Penèlope . Assolutamente…qualcosa più che comico! Con la regia molto apprezzata di Nola Rae e la straordinaria presenza scenica della protagonista Pepa Plana, lo spettacolo è stato particolarmente ricco. Ricco di personaggi, ricco di smorfie divertenti, ricco di risate e di colpi di scena. Colpi di matto! Penèlope, la protagonista (anzi «i protagonisti!») è pazzescamante brava. Ha rappresentato l’attesa del marito in guerra con un simbolico filo che la accompagna durante tutta l’interpretazione. Filo lungo, molto lungo, rappresentante l’attesa, la storia, la quotidianità. Vita noiosa, dolorosa che si trasforma in comicità, in una fantasia che va a cercare la vicinanza delle persone care guardando però all’antichità, finooooooooo alla guerra di Troia! Estremamente brava e assolutamente coinvolgente, Pepa Plana, ha catturato risate e sorrisi dall’inizio alla fine dello spettacolo. Caspita, voglio imparare anche io a far comparire bottiglie di Champagne