Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni

 Lo spettacolo si apre con un’attesa un po’ inquietante. Solo una sezione circolare del palco è illuminata da una luce posta sul soffitto, il resto è buio. Entrano gli attori, Daria, Antonio, Valentino e Monica, i quali si scusano per il terribile disagio, ma ci comunicano che non possono sostenere lo spettacolo perché non sono pronti: hanno deciso di “dire no”! Perché si può anche dire di no, lo sapevate? E’ già da qui, dalla nota iniziale della rappresentazione, che il ruolo “attore di teatro” e “personaggio” si fondono e si confondono. Mi spiego meglio: gli attori entrano scusandosi e a uno a uno si alternano lo spazio illuminato per dare sfogo alle loro perplessità personali sulla vita, sulla morte, sulla crisi economica, sulla felicità e sulla disperazione. Ogni tanto sono loro, “gli attori”, mentre altre volte entrano nei panni delle “quattro pensionate greche che vogliono togliersi la vita”. Sì, perché la storia che si vuole raccontare è proprio la loro. Quattro donne “senza figli né cani” che nelle loro modeste case ad Atene al tempo della crisi economica, sentono di essere solamente un carico pesante per la società. Con le pensioni dimezzate “vivere è diventato insostenibile”. Si mettono dunque d’accordo per terminare insieme la loro esistenza. Attraverso i monologhi e gli scarni dialoghi, i quattro attori ci conducono lungo un binario fatto di opposti: vita-morte, speranza-disperazione, racconto-realtà attuale, luce-buio. A un certo punto, io, componente del pubblico, mi sono sentita in trappola come le quattro pensionate. “Non c’è più soluzione, si può anche dire no e non accontentarsi”. Gli sfoghi avvenuti sul palco rappresentavano una profonda riflessione che aveva come punto di partenza un fatto di cronaca, il suicidio delle quattro pensionate, il quale è una conseguenza di un avvenimento storico, la crisi economica, che molti paesi europei stanno attualmente vivendo.
Uno spettacolo di grande attualità che ha chiuso in bellezza la 23° edizione del Fit.
testo Giulia



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