Joseph

Per la prima volta in 21 edizioni, il FIT arriva anche al Teatro San Materno di Ascona. Questo teatro è noto per i suoi spettacoli di danza contemporanea, movimento e performance, e Joseph, la performance presentata ieri sera, non si distanzia da questo stile. Ci tengo a sottolineare la parola “performance”; l’ideatore ed interprete Alessandro Sciarroni infatti ci spiega: “In uno spettacolo teatrale il coltello è di plastica e il sangue è ketchup, in una performance invece il coltello è vero e pure il sangue, anche se ciò non vuol dire che ci sarà del sangue”. In pratica, in una performance tutto è molto più reale; non c’è un’interpretazione del personaggio e a volte non c’è neppure un vero motivo o bisogno che spinga alla creazione della performance; è un semplice fare, un semplice essere, un esperimento che porta ad uno scambio di energia tra il palco e la platea. E così Joseph è solo un uomo, un uomo che sta davanti al computer e cerca di far passare il tempo. Ascolta musica e balla davanti alla webcam usando un programma di effetti che deformano l’immagine, di cui tutti i ragazzi sono a conoscenza (Photo Booth vi dice qualcosa? Chi non si è mai fatto due risate con questo programma deformandosi a piacimento la faccia?). Così, la prima parte della performance passa, purtroppo, con qualche sbadiglio. L’idea può essere buona, effettivamente: proiettare su un grande schermo tutti questi strani movimenti deformati, accompagnati dalla musica della libreria di iTunes… peccato che dal momento che posso farlo anche a casa (più o meno, tralasciamo la proiezione sul grande schermo), trovo il tutto un po’ noioso. Ma è normale, perché una performance è anche fatta per essere percepita in modi diversi a dipendenza di chi guarda. Tant’è vero che alla fine, durante la chiacchierata con Alessandro Sciarroni, ci sono stati molti complimenti, una signora è rimasta talmente affascinata da queste immagini da ringraziarlo di cuore; non aveva mai visto niente di simile (ahimé, non era a conoscenza di Photo Booth). A mio parere, la svolta di questa performance avviene quando Joseph, stufo di ballare da solo davanti a questo grande “specchio”, entra in una chat-roulette. Compaiono così, una dopo l’altra, immagini di persone, perlopiù ragazzi, che in quel preciso istante sono collegati in chat con la webcam accesa. A questo punto Joseph si traveste da Batman e ricomincia a ballare, ora non è più “solo”. Ma non ci sorprende più il suo ballo, né il suo travestimento; sono le reazioni reali di questi internauti che prendono tutta la nostra attenzione - c’è chi rimane un attimo a guardare sbigottito, chi si scollega subito e chi, come Joseph, porta una maschera davanti alla webcam. Camy

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