Il fascino di Sonja

Mi sono avviato al Teatro Foce con qualche perplessità: assistere ad uno spettacolo in russo, sebbene coi sottotitoli - scusate, i sopratitoli - in italiano, non è cosa da tutti i giorni. Ma questa particolarità ha attirato molti altri curiosi che non si sono fatti intimidire dalla difficoltà della lingua che hanno riempito il teatro, con gente seduta anche sulle scale. Al contrario di quanto si credeva fin dall'inizio dello spettacolo è stato chiaro che non ci sarebbero stati problemi di comprensione, anche se per stare dietro ai titoli ci si perde qualche smorfia di questa coppia di attori che, in una storia buffa e un po' malinconica, ci raccontano la vita di Sonja, una donna tremendamente stupida e maldestra vissuta nella Leningrado del primo dopoguerra. All'entrare in sala lo spettatore viene subito colto dalla scena che riproduce l'appartamento di Sonja nei minimi dettagli; appartamento nel quale i due attori entrano come svaligiatori, ma poi abbandonano temporaneamente i loro piani per fermarsi a ricostruire le vicende di chi l'ha abitato. Con un ladro come narratore e l'altro che impersona la donna, con tanto di parrucca, lo spettacolo si presenta come un insieme di teatro realistico e spunti più moderni. Sicuramente esprime qualcosa di esotico e lontano forse proprio per la recitazione in russo che ha creato quelle perplessità prima dello spettacolo.  (Marzio)

> Le foto della serata su facebook
> Articolo uscito sul primo numero di Fittissimo della 21 edizione del FIT

Commenti

Post popolari in questo blog

Le 12 fatiche dei Barabao...

Le maschere di Habbe & Meik, esilaranti ma senza rapire...