FAMA e FAME al FIT

Quasi ogni giorno durante questo festival ci ritroviamo in una sala della Comacina, sede del Teatro Pan. Redazione e giuria ci riuniamo per parlare, discutere, lavorare. Per arrivare in quel luogo nascosto però dobbiamo passare per la cucina da cui emana sempre un buon profumo che aspiriamo a pieni polmoni, poi per la "sala pranzo" dove i tavoli sono sempre già apparecchiati pronti per ospitare gente affamata. Ma la cuoca non si dimentica di noi: frutta, cioccolatini, e bibite ci aspettano sempre in quella sala dall'acustica particolare. E ogni tanto anche qualche fetta di panettone che ha deciso di anticipare il suo arrivo, o un piatto pieno di polpette accompagnato da un piatto pieno di puré. Dopo una settimana mi decido e lascio i compagni di redazione per recarmi in cucina. Trovo Pia e Giada che come al solito stanno lavorando, ma mi accolgono contente di parlare con qualcun altro: Pia si siede al tavolo e cominciamo a chiacchierare. Le chiedo dell'ambiente e delle sue impressioni durante il festival e mi svela che una volta finito il FIT non vorrà più vedere un supermercato per un po'! Le compagnie vengono a pranzo e a cena, e i tavoli sono sempre occupati se non da loro almeno dai collaboratori del Pan. Pia lavora tutto il giorno in cucina, spesso anche a orari differenti poiché gli attori mangiano dopo gli spettacoli, e resta spesso fino alle 23 o mezzanotte per essere poi quotidianamente in un supermercato la mattina dopo alle 9. Quest'anno a quanto pare non è successo ancora nulla di particolare, ma gli artisti complicati che richiedono cibo particolare ci sono sempre e Pia si destreggia ogni giorno tra i tavoli discorrendo con i commensali in italiano, francese, inglese e chissà quale altra lingua. E quando ti rendi conto che per uno spettacolo di 50 minuti ci mettono un giorno e mezzo per costruire e smontare il palco capisci che il festival non è solo andare a teatro ma tanto tanto lavoro da parte di tutti quanti. E il duro lavoro di Pia con il fedele sostegno di Giada contribuisce a mantenere in piedi la baracca. (Alessia)


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