Shiro Daïmon - Shiki (La Neige)



Shiro Daïmon, danzatore giapponese, fa la sua entrata in scena con un lungo vestito bianco con degli idiogrammi scritti in rosso e delle macchie rappresentanti il sangue; indossa inoltre una maschera bianca dal viso neutro e inespressivo.

Ai suoi lenti e lunghi passi seguono dei vocalizzi da lui emessi, tipicamente giapponesi, completati dal suono del campanello che agita in mano.


Già dall’inizio possiamo quindi realizzare che lo spettacolo al quale stiamo assistendo è caratterizzato da una sorta di “malinconia – nostalgia” e da ritmi lenti.

In questa cerimonia, oltre al momento musicale, Shiro ci regala anche delle immagini interessanti e riflessive grazie ai suoi movimenti danzanti e alla sua espressività intensa.

Riesce infatti a rendere molto realistica la parte della cerimonia dove il tema è la morte e durante lo spettacolo assume anche diversi ruoli, ciascuno accompagnato da movimenti e costumi particolari; come il prete dalla tonaca insanguinata, la trasformazione in donna e un personaggio che sembra tratto da un videoclip del gruppo musicale metal “Tool” in cui il danzatore appare completamente avvolto da una specie di calzamaglia bianca dove tramite l’utilizzo di un tubo soffia in un pallone rosso che richiama le pulsazioni del cuore.

L’unica scenografia è rappresentata da un piedistallo di legno sul quale verrà posata una testa a occhi chiusi rappresen-tante lui stesso defunto, e al quale segue un rituale di danza durante il quale Shiro sembra egli stesso commuoversi.

Mi sarebbe piaciuto capire il significato dei vocalizzi giapponesi dai suoni misteriosi e melodici.

Questo spettacolo ad ogni modo, pur non appartenendo alla nostra cultura europea, ci introduce nel mondo del Teatro Nô e Kabuki e nei ritrmi del mondo nipponico con le sue raffinate immagini. 

… Avere questo artista a Lugano trovo sia stato un grande pregio e un’ occasione di scambio interculturale.

Laura Lucini











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